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sabato 11 ottobre 2008

Un brivido lungo la schiena


Torno contro ogni aspettativa ora che il vento di crisi comincia a farsi sentire. Mi ero ripromesso, mio lettore, di rimanere alla finestra ad aspettare, osservare, guardare e riflettere. Ma la riflessione immobile non è mai stata utile, e mai come ora chi riesce ad annusare l'aria senza timori ha il dovere di avvertire sui rischi e di compattare gli altri nella costruzione di qualcosa di migliore. Il professor Roubini, il più grande esperto di economia mondiale in grado di prevedere questa crisi nei particolari, già nel 2006, torna a farsi sentire tallonato dai media di tutti il mondo. E lo fa in maniera devastante: "il treno della recessione globale è gia partito, questo segnerà la fine dell'impero americano nel mondo, crollato su se stesso dopo anni di politiche economiche scellerate e la creazione di una finanza autoreferenziale. Se i governi mondiali non interverranno in maniera molto forte la crisi attraverserà anche l'economia reale". Un brivido lungo la schiena, le mie paure incoffessabili spiattellate lì da uno specialista, riflessioni che il mio ego bollava come paranoiche spiattellate lì dal professor Roubini, laureato alla Bocconi, proveniente da famiglia ebrea ma con un passato anche in terra islamica. Un ventaglio di teorie complottiste pronte lì ad essere messe sul tavolo, alcune delle quali con concause molto vicine alla cronaca dei nostri giornali. Uno dei passaggi che potrebbe sconvolgerci a breve è già in atto, sapientemente mascherato dall'alta responsabilità che i media hanno nel diffondere il panico. L'economia reale è già sotto stress. A fronte di un prezzo della benzina pressocché dimezzato rispetto all'estate scorsa, le piccole e medie imprese hanno grandi difficoltà a trovare banche disposte a prestare denaro a credito. Non per mancanza di fiducia nel sistema che attualmente produce soldi senza meccanismi finanziari astratti, ma perché le banche tra di loro non si prestano denaro. Per spiegarmi meglio, mio lettore, pensa al sistema bancario come un corpo umano. Il denaro è come il sangue che serve ad ossigenare ogni cellula, paragonabile in questo caso agli utenti allo sportello. Nel momento in cui il sangue è presente ma non circola, l'organismo non è ossigenato e rischia la cancrena. Aggiungi in tutto questo che il "corpo bancario" soffre di un grave collasso ed è tenuto in vita dalle "sacche di sangue" date dai governi. Questo sangue non riesce a rimettere in moto il sistema circolatorio perché delle sanguisughe (gli speculatori professionisti) portano via il sangue al "corpo bancario" mentre deve ancora andare in circolo. Non voglio essere un forcaiolo, mio lettore, ma leggendo attentamente i giornali economici, italiani ed esteri, puoi facilmente scoprire anche tu come durante queste settimane, poco prima delle chiusure delle borse, alcuni specialisti usano un artifizio della finanza per scommettere al ribasso su un titolo quotato in Borsa e raddoppiano in mezz'ora le perdite del titolo preso di mira. Con i governi costretti a mantenere i rubinetti aperti per garantire la solvibilità dei conti correnti dei cittadini, alcuni broker si garantiscono un fiume di soldi pressocché continuo usando il loro potere reale sulla capacità del mercato azionario di affossare banche e aziende molto solide. Per chiudere vorrei tornare sulle parole iniziali di Roubini, "Se i governi mondiali non interverrano con decisioni forti". Uno scenario in cui i governi di tutto il mondo coordinano il loro lavoro, con una sola voce, con interessi diversi che porta obbligatoriamente verso due strade: governi uniti sotto una forte guida economica del nuovo duopolio Cina-India, nuovi fari del secolo in cui viviamo, o una guerra scellerata tra i paesi superstiti per conquistare mercati e ravviare l'economia con metodi brutali. La seconda strada è già stata battuta, nel 1913, quando l'Inghilterra voleva mantenere la propria egemonia economica puntando sull'oro e cercando di far apprezzare la sterlina sul dollaro. La storia racconta come il presidente americano dell'epoca fece chiudere Wall Street per difendere il dollaro, potenziare le proprie industrie e presentarsi nel 1917 come potenza economica e politica sul teatro di guerra in Europa. Sappiamo tutti come andò a finire. Da almeno 7 anni il mondo è cambiato. Siamo ancora dentro la giostra e non possiamo sapere con certezza dove finiremo. Possiamo però sapere quello che non sapremo: il futuro non è scritto da nessuna parte. Il futuro lo costruiamo, mio caro lettore, vigilando ed agendo. La sentinella si è già mossa, qualcosa si avvicina all'orizzonte. Ora è il momento di agire.